Dalla mia rubrica "INTERIOR & DESIGN" su AndriaLive:
http://www.andrialive.it/rubriche/2819/articoloDett.aspx
"Io ci credo
fermamente: una via di salvezza per il
futuro del nostro pianeta (e quindi anche per noi umani che spesso lo abitiamo
indegnamente) esiste davvero, e a mio modesto parere consiste nell’imparare
a coniugare le innovative invenzioni
tecnologiche con i più antichi e salubri stratagemmi che i nostri antenati avevano
già escogitato per vivere al meglio,
centinaia o addirittura migliaia di anni fa.
Forse nessun
altro ambito come quello abitativo può meglio rappresentare questo concetto, e
prenderò spunto oggi dai disagi che l’ormai famigerato Anticiclone Africano sta
provocando su tutti noi, mettendo a dura prova i nostri nervi e la nostra resistenza
agli scherzi della meteorologia.
Disporre di un
classico (e nella maggior parte dei casi, purtroppo, altamente energivoro) condizionatore
in casa o nei luoghi di lavoro è ormai diventata pratica comune e
irrinunciabile soluzione, cui quasi nessuno riesce a sottrarsi. Se però andassimo un po’ indietro nel tempo (e
un po’ più oltre nello spazio) troveremmo nelle antiche costruzioni persiane
una validissima alternativa che risale addirittura al X sec. a.C.: mi riferisco
alle fantastiche “Torri del Vento”
che i progenitori degli attuali popoli del Medio Oriente usavano per raffrescare le loro
abitazioni in maniera “passiva”, e cioè senza altra fonte di energia se non
quella naturale. Le più innovative e
tecnologiche forme odierne di raffrescamento passivo si ispirano proprio
all’antica tecnica persiana, che consisteva nel realizzare delle sorti di grandi camini, le torri appunto, che
sovrastando le abitazioni consentivano
di sfruttare il potere rinfrescante
della ventilazione, convogliando l’aria fresca verso gli interni grazie al principio della
convezione.
Ma come erano
fatte e come funzionavano, più precisamente, le bellissime
torri del vento che ancora oggi si possono ammirare in Iran? Semplificando
molto, si può dire che le torri del vento sono dei grandi camini a sezione
poligonale, aperti sui lati nella loro estremità superiore, e suddivisi al loro
interno in più cunicoli attraverso i quali, grazie al principio della convezione termica, l’aria fresca generata dal
vento si incanala raffrescando più in basso gli ambienti interni, mentre l’aria
calda sale fuoriuscendo dai cunicoli stessi. Il nome non tragga, peraltro, in inganno! Le
torri del vento funzionano anche in assenza di vento: la fisica ci insegna infatti che in maniera naturale l’aria calda (che
durante il giorno si accumula all’interno) tende
a salire verso l’alto grazie alla
sua leggerezza, e trova via d’uscita alla sommità del camino; di notte
invece le più basse temperature dell’aria
esterna raffrescano le pareti interne della torre, che rilasciano poi
lentamente l’aria più fresca e più densa durante le successive ore della
giornata, scendendo nell’edificio in
virtù del maggior peso.A seconda delle caratteristiche del luogo specifico, piuttosto che delle
tipologie e delle direzioni delle
correnti eoliche, le torri del vento
venivano progettate per massimizzarne i vantaggi. In caso di venti di alta
quota, ad esempio, le torri venivano costruite con elevate altezze.Al beneficio della ventilazione, ineguagliabile fonte di energia
rinnovabile, veniva spesso associato anche quello dell’evaporazione: prima di essere smistata negli ambienti di
destinazione, l’aria veniva convogliata su
canali d’acqua interrati nella profondità del terreno, dove notoriamente la
temperatura rimane pressocchè costante in tutti i periodi dell’anno. Altri
espedienti tipici delle architetture
medio-orientali quali fontane, piscine, cisterne, uso massivo di vegetazione,
ecc. avevano il potere di enfatizzare
l’efficienza di queste antiche tecniche di raffrescamento passivo, regalando
peraltro una ineguagliabile gradevolezza estetica.
Certo, nessuno di noi si sognerebbe oggi di impiantare una torre del vento
dall’aspetto obsoleto e arabeggiante come quelle in foto sui nostri terrazzi,
ma certo è che la tecnica di questa eco-compatibile soluzione
al caldo può essere modernamente e tecnologicamente reinterpretata, per utilizzarla
al meglio anche nelle costruzioni contemporanee, come già qualcuno ha
cominciato a fare in varie parti del mondo"
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